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La necessità di una cosciente e salda posizione spirituale


C’è chi è convinto che per essere in un cammino spirituale basti credere in Dio, aderire a qualche religione o disciplina quotata come “spirituale“, associarsi ad altre persone allo scopo di condividere le proprie opinioni, informazioni ed esperienze, così da espandere le proprie conoscenze “spirituali“. Se tutto questo non lo si può ritenere completamente errato, almeno lo si dovrebbe considerare abbondantemente incompleto. Come nello studio delle lingue imparare l’alfabeto è il primo passo, conoscere le regole e le strutture grammaticali è fondamentale, ma la pratica è indispensabile, è di tutt’altro ordine e grado.

Se nello studio, come nell’apprendimento di un qualsiasi lavoro, la pratica occupa un posto di particolare rilievo, esattamente come l’acqua per chi desidera imparare a nuotare, nella via spirituale quella stessa pratica richiede anche un atteggiamento speciale: “avere le mani nella società mantenendo la testa nella foresta“. In altri termini, se si considera la spiritualità puramente un insieme di riti, preghiere, mantra, canti e servizio, il tutto condito con l’erudizione, la stiamo declassando. Nella via spirituale tutto quello che si studia deve favorire la pratica, la quale non deve limitarsi ad apportare solo positivi cambiamenti esteriori, a livello culturale e comportamentale, bensì deve operare una individuale trasformazione interiore, deve consapevolizzarci della nostra divinità interiore.

L’unico modo per avanzare nella via spirituale è l’analisi di quanto emerge e sostiene la pratica stessa. Comprendere cosa le funge da supporto – se è reale o non-reale, sostanziale od effimero – e come trascendere tale supporto è la base del “conosci te stesso“. Condizione questa indispensabile per giungere a Quello, a Colui al quale non si possono dare definizioni, attributi o attribuzioni.
Nel contesto dell’etica yogica, Patanjali, nel suo Yoga Sutra, ci introduce i klesha, le cinque afflizioni che rappresentano le cinque cause della sofferenza terrena:

  • avidya – ignoranza o falsa comprensione della vera natura delle cose,
  • asmita – coscienza del proprio sé che provoca egoismo,
  • raga – attaccamento nei confronti delle idee o degli oggetti,
  • dvesha – avversione verso quei pensieri legati a esperienze dolorose vissute nel corso dell’esistenza,
  • abhinivesha – attaccamento istintivo alla vita e paura della morte.

La nave in grado di solcare in modo sicuro i klesha, il mare delle afflizioni, sono le ingiunzioni, i cinque yama:

  • Ahimsa – Non-violenza,
  • Satya – Verità,
  • Asteya – Non rubare,
  • Bramacharya – Astinenza sessuale,
  • Aparigraha – non possedere.

Questi yama, o voti, tutti insieme costituiscono il grande giuramento universale e incondizionato, e non dipendono da classe, luogo, tempo o circostanze. Sono obblighi a cui tutti, in particolare i praticanti, i sadaka, devono attenersi in ogni situazione e circostanza della loro vita, inclusa quella della fase onirica.

Il valore del praticante, inteso come sua crescita interiore, si misura in base all’aderenza all’etica con cui affronta le sfide che la vita gli riserva. Solo mettendosi alla prova si può constatare ed eventualmente intervenire per rafforzare la propria fibra morale.

In merito al primo yama, Taimni, in un commento allo Yoga Sutra, propone una quesito molto interessante su una situazione ovviamente ipotetica: “Dovete andare nell’Artide, ove è necessario per trovare nutrimento uccidere animali. Siete liberi di alterare il voto circa l’ahimsa (non-violenza) nelle circostanze peculiari in cui vi trovate?

Per rendere il quesito più realistico, pratico e attuale, più vicino a noi e al nostro vivere quotidiano – il “qui e ora” in cui è possibile praticare i precetti spirituali – lo riformuliamo prendendo in prestito, in modo esclusivamente accademico, una situazione che ci riguarda molto da vicino: Zelensky.

Per prima cosa osserviamo attentamente quali reazioni stiamo provando e se queste sono in sintonia con la non-violenza, il precetto a cui dovremmo aderire integralmente. In sintesi, ricordiamo che la non-violenza significa astenersi dal recare danno a chiunque mediante azioni, parole e pensieri. Ricordiamoci che tutti siamo raggi di coscienza della stessa Coscienza.

Immedesimiamoci nella seguente situazione: Zalensky, spinge l’Occidente – in particolare l’Europa, dove già trova un ingiustificato terreno fertile presso le sedi istituzionali e politiche sia europee che italiane – affinché scenda effettivamente in campo a fianco e a sostegno dell’Ucraina nella sua guerra contro la Federazione Russa. Questo perché, a suo dire, se dovesse cadere il suo Paese, o si dovesse arrendere, o peggio, essere conquistato dai Russi, tutti saremo in estremo pericolo. Nota a margine: questo, è quello che alcuni analisti indipendenti definiscono il ricatto Zelensky.

Ora, sulla base di questa ipotetico scenario, riproponiamo in chiave attualizzata il quesito posto da Taimna: in qualità di sadaka, persone in cammino spirituale, come ci dovremmo comportare davanti ad un simile ipotetica situazione? Aderiremo alla guerra, o la favoriremo magari partecipando nelle retrovie, oppure, indipendentemente da quello che ci potrà accadere, ci atterremo fermamente al principio della non-violenza, al voto della ahimsa, ovvero, al non recare danno a chicchessia, né in modo diretto, né indiretto?

Si tenga presente che a libello spirituale il “permesso” di uccidere l’avversario, o nemico, sussiste soltanto quando questi invade, il nostro territorio, il nostro Paese, non quando – con una scusa o l’altra, con un pretesto più o meno elaborato – siano noi ad andare a casa sua, nel suo Paese. Su questo, i Maestri Spirituali, incluso l’Avatar del nostro tempo, sono tutti molto chiari.

Evitando risposte compulsive, politiche, o superficiali, ma soffermandosi ad analizzare più l’aspetto interiore che quello esteriore-mondano, si noterà che, in assenza di un percorso precedentemente maturato, la risposta, qualunque essa sia, non è così scontata.

Questo ci porta a comprendere quanto siano importanti i voti nel cammino spirituale e quanto prima di prenderli ci si debba svincolare dalla contingenza mondana ed emotiva. Il passaggio dal particolare all’universale, come l’avere le mani nella società e la testa nella foresta, richiede un controllo sulla propria mente, non meramente fine a sé stesso, egoistico, bensì finalizzato ad indirizzarla vero i più elevati principi senza mai desistere, deviare, retrocedere o ripiegare. Questo implica impegnarsi a possedere una visione del particolare nell’Universale, del valore di questa attuale vita, nel contesto evolutivo della coscienza del Sé.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Il dovere di denunciare i crimini all'umanità


Gli Insegnamenti Spirituali si dividono in due principali “categorie“: quelli per la vita quotidiana – che forniscono norme e precetti per vivere in salute ed in armonia con sé stessi, gli altri e la natura – e quelli a carattere filosofico-trascendentale, destinati a coloro che desiderano ardentemente procedere dal particolare all’Universale, per poi fondersi in Dio.

Esattamente come non si può accedere ad una classe superiore senza le necessarie competenze richieste per l’avanzamento, allo stesso modo non è possibile accedere alla seconda “categoria” senza uniformarsi prima, capire e comprendere poi, i dettami della prima “categoria“: l’ABC propedeutico. Verrebbero meno le basi per cogliere l’essenza degli Insegnamenti.

Uniformarsi ai dettami significa praticarli volontariamente al meglio delle proprie capacità, senza adeguarli. Capirli, denota l’intuizione che tali dettami non sono fini a sé stessi o ad aspetti mondani. Sono propedeutici a qualcosa di assai più elevato, a qualcosa che si può e si deve far proprio.

Comprendere è a metà strada fra capire e fare proprio. La fretta di passare dal capire al comprendere non aiuta minimamente. Capire è una fase cruciale. Spiana la strada al comprendere soltanto in presenza di un’effettiva stabilità nelle qualità indicate dalle norme e precetti.

Caliamoci nell’attualità, dato che la spiritualità va praticata nel qui e ora, ovvero, non con la mente rivolta al passato, al futuro o persa nell’emotività,

Diversi devoti di Bhagawan affermano che “Tutto è volontà Sua“, il che equivale al detto “Non si muove foglia che Dio non voglia“. Affermano inoltre che “tutti siamo Uno” e che “tutti sono una manifestazione di Dio“, poiché lo stesso Dio risiede in tutti. Possedendo tutti la scintilla Divina, sono tutti fondamentalmente divini. Poi, parlando di Netanyahu e delle sue azioni contro i Palestinesi inveiscono, contraddicendo tutto quanto precedentemente dichiarato. Anche chi si dichiara Cristiano si trova nella stessa barca, dato che lo stesso Insegnamento di Sri Sathya Sai Baba lo diede pure Gesù: “Qualunque cosa fate anche all’ultimo dei Miei fratelli è come se la faceste a Me!

Pertanto, criticare, insultare od offendere Netanyahu, Zelensky, o loro affini, equivale a criticare, insultare e offendere Dio stesso. Tuttavia, va osservato che per essere rispettosi dei dettami basilari non è assolutamente necessario concordare con le idee, le azioni, le politiche e la condotta di tali personaggi.

Se da un lato le norme e i precetti invitano a non parlare male di nessuno, mai e in nessuna circostanza, soprattutto in loro assenza, dall’altro esortano esplicitamente a non frequentare cattive compagnie, né supportarle con il silenzio, l’omertà, l’indifferenza.

Pertanto, il devoto, in modo pacato, ha il dovere di denunciare pubblicamente, senza farsi influenzare dall’ira o da altri nefasti sentimenti, i crimini che sta subendo Gaza; ma ha pure l’obbligo di denunciare il proprio Governo, che in tali crimini coopera. La denuncia mai deve offendere la Divinità presente in tali personaggi, che è la stessa presente in tutti.

Tali denunce mai devono alimentare odio o rancori verso qualsiasi popolo. Il ripristino dell’unità deve essere prioritario.. Mai si dovranno vedere nemici, bensì fratelli che, mediante il nostro contributo potrebbero ravvedersi. Noi non sappiamo se quello che accade oggi è un karma che in un passato abbiamo contribuito a formarsi. Certo è che oggi nel scontarlo dovremmo avere l’accortezza di non alimentarne altro.

In questo modo mettiamo in pratica i dettami richiesti dal cammino spirituale, il distacco emotivo in primis, affermando inoltre che tutte le situazioni concorrono al nostro e altrui progresso spirituale.

Praticando, il capire trasla nel comprendere, riducendo la distanza dall’essere l’oggetto dell’Insegnamento stesso: il Dharma.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Yogananda: Dio si è incarnato e vive nel Sud dell’India


Sri Paramahansa Yogananda, in ambiente spirituale, non è certo un personaggio che necessita di presentazioni. Tuttavia è bene ricordare le date del suo soggiorno sulla terra per meglio collocare l’episodio che riportiamo.

Il noto monaco indù nasce il 05 Gennaio 1893, a Gorakhpur, India. Nel 1920, in qualità di delegato indiano al “Congresso dei Religiosi Liberali“, si trasferisce prima a Boston, poi a Los Angeles in cui vi resterà sino al trapasso, avvenuto il 07 Marzo 1952.
La sua missione fu quella di diffondere nel mondo la sacra scienza del Krya Yoga, una particolare forma di yoga reintrodotta in India da Lahiri Mahasaya e che lo stesso Yogananda aveva appreso sia dal suo maestro Swami Sri Yukteswar, allievo di Lahiri Mahasaya, sia dal leggendario santo himalayano Mahavatar Babaji, uno yogi ritenuto immortale e dall’aspetto di un eterno ventisettenne.

Ancora oggi, molti aderenti agli insegnamenti di Sri Paramahansa Yogananda (e non solo) faticano a riconoscere in Sri Sathya Sai Baba l’Incarnazione di Dio stesso. Così facendo dimenticano l’episodio avvenuto poco prima del trapasso della loro guida spirituale. Lo riportiamo al solo scopo di ribadire l’importanza dell’unità delle fedi.

Unità delle fedi, al lato pratico, si traduce semplicemente nel riconoscere che la grandezza di un Maestro non intacca quella di un altro Maestro. Questo perché tutti i veri Maestri sono Uno. Il confronto fra Essi, che appassiona taluni, è dettato dall’ego, nutrito con ignoranza di prim’ordine.

Coloro che sono impegnati in un cammino spirituale dovrebbero essere estranei a tale disdicevole atteggiamento, poiché si auspica abbiano compreso che tutti i Maestri dicono ed affermano le stesse cose, sebbene in modo diverso. Inoltre, pur seguendo il proprio Guru, alcuni Insegnamenti si possono apprendere, approfondire, o chiarire anche grazie ad altri Guru, ovvero, dalle altre sfaccettature dello stesso Essere, Dio – la Meta di tutti gli sforzi nei differenti percorsi spirituale.

Ogni Guru viene per elevare un particolare gruppo di allievi e devoti, e mai costoro Lo sentiranno criticare o disapprovare l’opera di altri veri Maestri Realizzati o dei loro fedeli. Questa loro lezione pratica dovrebbe essere oggetto di riflessione da parte di tutti, indipendentemente dal Maestro seguito.

Questo stesso insegnamento ce l’ho offrì anche Sri Paramahansa Yogananda, anche poco prima che abbandonasse il suo corpo fisico.

Dispiaciuta per l’imminente dipartita del suo Maestro, una delle più strette devote americane gli si avvicinò e gli disse: “Maestro, so che stai per abbandonare il tuo corpo fisico. Devi portarmi con te! Tu sei il mio Dio!

Sciocchezze!“, rispose Yogananda ed aggiunse: “Dio è Dio; io sono il tuo Guru“.

La devota replicò: “Maestro, se te ne vai senza di me, mi suiciderò!

Basta con queste stupidaggini!“, la riprese Yogananda, “Dio Stesso è ora incarnato sulla Terra, nel Sud dell’India. Il Suo nome è Sai Baba. Quando io me ne andrò, tu andrai a vivere da Lui“.

In seguito quella devota trascorse il resto della propria vita nell’ashram di Sri Sathya Sai Baba.



Il tempo non esiste, però ha tre tempi


L’eterno presente contiene il passato e il futuro; sembra una contraddizione, ma è una contraddizione sia sostenerla che negarla.

Gli antichi greci avevano tre definizioni di tempo:

  • il tempo atmosferico;
  • cronos – il tempo cronologico, il coordinatore di tutto l’universo;
  • kairos – il momento, l’istante in cui le cose devono accadere, quello in cui la sequenza si deve concretizzare.

La cronologia degli eventi – la storia – insegna che le stesse azioni portano agli stessi risultati. Stessi risultati, stessi vincoli, ovvero, alternative sprecate o non sfruttate. La storia insegna che non c’è maggiore potere limitante che superi quello auto imposto.

Il tempo è un bambino che gioca, che muove le pedine; di un bambino è il regno“, questa la riflessione lasciata in eredità dall’oscuro pensatore Eraclito, filosofo greco vissuto circa 2500 anni fa. “Oscuro” poiché egli era conscio che i suoi scritti non potessero essere compresi dalla maggior parte degli uomini; tuttavia, era altrettanto conscio che se non si semina non si raccoglie, che il frutto di domani è il seme di oggi, che non c’è reale differenza tra chi ha seminato ieri e chi raccoglierà anche fra mille anni, poiché medesima è la vera fame dell’uomo: la conoscenza di se stesso.

Da qui si intuisce l’illusione sia del tempo, che delle suddivisioni attribuitegli. La coordinata successione temporale delle azioni, o accadimenti, è propria della Creazione. Il continuo divenire è l’apparente distinzione fra madre e figlia, tra causa ed effetto, tra il risultato che a sua volta è causa di un altro risultato. La ciclicità della similitudine di ogni distinto momento in un continuum armonico senza soluzione di continuità è il connubio di punti di vista laterali in distrazioni a quello centrale.

Ogni singola perla possiede il suo valore, il quale aumentata se raccolta in una collana.
Cronos e Kairos, collana e perle. “Possiedi il filo e tua sarà la collana“, sembra suggerire Eraclito, in perfetta sintonia con i Maestri spirituali. Ma si deve essere bambini, simbolicamente possedere la loro innocenza, la loro semplicità, la loro purezza.

Possedere in termini spirituali significa fare proprio, interiorizzare, non essere il posseduto. Non ha parente con il possedere del mondo oggettivo, quell’intreccio che nell’intimo non si districa fra possessore, possedere e posseduto. “Dio non è immerso nell’illusione esteriore né in quella interiore, è privo di ambedue“, ci ricorda Swami in questo PdG. Il filo non è inficiato dal valore conferito alle perle che unisce, metaforicamente la successione degli eventi. Esso è al di là e ogni attribuzione di valore – per quanto generosa – è un deprezzamento.

Cronos e Kairos, il percorso e i suoi passi. Il sommo valore che il filo unisce, relaziona e trascende. Tra la partenza e l’arrivo è il viaggio quello che – nell’immersione della sua sequenza di passi, di vedute, di progressivi cambiamenti esteriori ed interiori – insegna a trascendere ruoli e situazioni inconsistenti per essere.

CronosKairos e il filo – gioco, pedine e il regno è del bambino.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Il paravento, il maestro ed io


Il maestro mi mostrò il paravento che gli avevano donato.

Lo osservai attentamente. Era molto bello, decorato con le scene più significative della vita del Buddha. Stavo per esprimere il mio apprezzamento su quanto quelle immagini, così vivide, favorissero l’immedesimarsi sul Buddha e i Suoi Insegnamenti.

Ma il maestro mi anticipò, portando quel momento ad un alto livello.

Questo mi insegnò: “I pensieri sono come questo paravento. Non fermarti solo ad osservarlo, guarda cosa cela dietro. Il paravento serve a nascondere qualcosa. Il fatto di giudicarlo bello o brutto, ne è la prova: resti di qua! Questo è il metodo con cui la mente tenta di inibirti a oltrepassarla. I pensieri sono per gli uomini il paravento del proprio dolore. Finché non posi gli occhi su quello che sta dietro, resterai nella convinzione che sia dolore. Questa convinzione è sana finché stai di qua. Appena andrai di là scoprirai che l’inganno risiede di qua!


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



La nascita del Profeta


"Eid Milad un Nabi", scritto anche come "Mawlid al-Nabi", è una festività islamica che celebra la nascita del Profeta Maometto. Letteralmente, "Eid Milad un Nabi" significa "la festa della nascita del Profeta". Quest'anno si celebra tra il 4 e il 5 Settembre, ovvero il 12° giorno del mese islamico di Rabi' al-Awwal (secondo il calendario lunare islamico).

In molte comunità musulmane la ricorrenza è segnata da preghiere speciali, letture del Corano, recitazioni di poesie religiose e racconti sulla vita del Profeta.

Il Profeta Maometto, Muḥammad in arabo, nasce intorno al 570 dC a La Mecca, una città che si trova al centro di sette colli (ricorda la nostra Roma). Lascia il corpo l'8 Giugno 632 (calendario gregoriano).

Nel 610, Maometto riceve la Rivelazione e sulla base di questa inizia a predicare, dichiarando di essere l'ultimo dei Profeti, la cui Missione è, sostanzialmente, preparare l'umanità alla discesa del Signore stesso.

I suoi insegnamenti, raccolti in 114 "sure - capitoli", formano il Corano, il Libro Sacro della fede musulmana. Le sure nel Corano non sono organizzate in ordine cronologico di rivelazione, bensì, dalla più lunga alla più breve, salvo alcune eccezioni. Purtroppo, alcune andarono perdute.

Nell'Islam Maometto non è visto come il fondatore di una nuova religione, bensì come l'ultimo e sigillo dei Profeti, colui che ha riaffermato e portato a compimento lo stesso Messaggio eterno rivelato a tutti dai suoi predecessori. Indicandoli come anelli della stessa catena d'oro, il Corano cita:

  • Ādam - Adamo - Il primo uomo e il primo Profeta.
  • Idrīs - Enoch - Menzionato come un uomo di verità e di pazienza, elevato da Dio a un alto rango.
  • Nūḥ - Noè - Invitò il suo popolo, salvato con l'Arca, al monoteismo per centinaia di anni.
  • Hūd - Hud - Inviato all'antico popolo arabo degli ʿĀd.
  • Ṣāliḥ - Salih - Inviato al popolo dei Thamūd. Il suo miracolo fu la she-cammella.
  • Ibrāhīm - Abramo - L'"Amico di Dio" (Khalīlullāh), patriarca del monoteismo e ricostruttore della Ka'ba.
  • Lūṭ - Lot - Inviato al popolo di Sodoma. La sua storia è spesso associata a quella di Abramo.
  • Ismāʿīl - Ismaele - Figlio di Abramo, associato alla costruzione della Ka'ba alla Mecca.
  • Isḥāq - Isacco - Figlio di Abramo, capostipite del popolo di Israele.
  • Yaʿqūb - Giacobbe - Figlio di Isacco, anche noto come Israele.
  • Yūsuf - Giuseppe - Figlio di Giacobbe. La sua storia è narrata in un'intera sura del Corano.
  • Ayyūb - Giobbe - Celebrato per la sua pazienza esemplare di fronte alle avversità.
  • Shuʿayb - Ietro (?) - Inviato al popolo di Madyan, li rimproverò per la loro disonestà commerciale.
  • Mūsā - Mosè - Colui con cui Dio parlò (Kalīmullāh), ricevitore della Torah (Tawrāt).
  • Hārūn - Aronne - Fratello di Mosè, suo assistente e profeta.
  • Dhū al-Kifl - Ezechiele? - Figura il cui status di profeta è dibattuto, ma è menzionato tra gli inviati. Il nome significa "Quello della responsabilità".
  • Dāwūd - Davide - Re e profeta, a cui fu dato il libro dei Salmi (Zabūr).
  • Sulaymān - Salomone - Figlio di Davide, profeta e re dotato di un regno e di una saggezza immensi.
  • Ilyās - Elia - Profeta che lottò contro l'idolatria del popolo di Israele.
  • Al-Yasaʿ - Eliseo - Successore di Elia, spesso menzionato dopo di lui nel Corano.
  • Yūnus - Giona - Inviato a Ninive. Noto per la storia in cui fu inghiottito dal grande pesce.
  • Zakariyyā - Zaccaria - Padre di Yahyā (Giovanni Battista). Custode del Tempio.
  • Yahyā - Giovanni Battista - Figlio di Zakariyyā, celebrato per la sua devozione e per aver preparato la via per ʿĪsā (Gesù).
  • ʿĪsā - Gesù - Il Messia (Al-Masīḥ), profeta nato miracolosamente dalla vergine Maryam (Maria). Ricevitore del Vangelo (Injīl).
  • Muḥammad - Maometto - Il Sigillo dei Profeti (Khātam al-Anbiyā'), l'ultimo e finale Messaggero, inviato per tutta l'umanità.


Il Corano dichiara che Allah, il Misericordioso, inviò Messaggeri a tutte le nazioni, a seconda della necessità di ogni popolo.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Le cinque Madri


Qual è la grande responsabilità che ogni madre ha nei confronti dei propri figli?
In ambito spirituale qualsiasi aggettivo relativo a tale responsabilità è sostanzialmente fuori luogo, in quanto quello che davvero conta è la consapevolezza del proprio compito.

È vero che anche il figlio deve avere un comportamento nei confronti della propria madre che rifletta lo stesso amore e lo stesso spirito di sacrificio con cui lo ha cresciuto. Ma questo viene in seconda battuta. La prima battuta spetta a lei, la madre. Lei deve essere conscia che è la prima delle cinque Madri che ogni essere umano ha e ogni essere umano deve essere conscio delle sue cinque Madri.

Madre e figlio, da un punto di vista spirituale, sono meri ruoli. Quello che va riconosciuto è che ognuno di noi vive grazie a cinque Madri, cinque sorgenti di vita e di sostegno, che meritano rispetto, gratitudine e venerazione. Esse non sono soltanto simboli, ma realtà concrete che ci accompagnano lungo tutto il cammino dal concreto all’astratto, dal particolare all’universale.

◾ Deha Mata – la madre della nascita.
La prima Madre è colei che ci ha donato il corpo e introdotto nella vita. Dalle sue mani abbiamo ricevuto il primo nutrimento, dal suo sguardo la prima certezza d’amore. In lei si concentrano responsabilità e grazia, poiché attraverso il suo insegnamento il cuore del figlio può aprirsi o meno all’universalità. A lei spetta anche un compito altamente sacro: rivelare al figlio le altre Madri, trasmettere la coscienza di tutte le fonti di vita.

◾ Go Mata – la mucca nutrice.
La seconda Madre è la mucca, simbolo della prosperità, della non violenza e della purezza. È la fonte di vita e sostentamento. Il suo valore non è solo materiale, ma anche religioso e morale.

◾ Bhu Mata – la Madre Terra
La terza Madre è la Terra, che accoglie i semi e li trasforma in frutti. In silenzio porta peso e fatica, in silenzio genera abbondanza e bellezza. Onorarla significa riconoscere che ogni nostro passo poggia su un suolo sacro. Bhu Mata, o Bhumi Devi, è la personificazione della Terra, simbolo di fertilità, stabilità, nutrimento e pazienza.

◾ Desha Mata – la Madrepatria, o terra natia.
La quarta Madre è la Patria, il luogo che ci offre protezione, possibilità di crescere e il dovere di servire. Madre Terra della Nazione. Il rispetto per la propria terra non è solo politico o culturale, ma anche spirituale. Proteggere la Patria è visto come dharma, un dovere sacro. Questa Madre insegna il rispetto per la Nazione, il senso di appartenenza, il dovere di proteggere l’unità, la cultura e l’integrità del Paese.

◾ Veda Mata – la Madre del Sacro Sapere
La quinta Madre è il tesoro spirituale dei Veda, la conoscenza nutriente e generativa che illumina e guida. Essa svela il senso della vita e apre il cammino verso la realizzazione del Sé. I Veda – che sono la Voce stessa del Divino – danno la conoscenza che conduce alla liberazione.

Afferma Bhagawan nel Suo Discorso Divino del 22 Luglio 1968:

Ognuno deve rispettare le proprie cinque Madri:
  • Deha Mata – la madre che vi ha dato la nascita;[/*]
  • Go Mata – la mucca che dona il latte nutriente;[/*]
  • Bhu Mata – la terra che fa crescere le colture;[/*]
  • Desha Mata – la Patria, o Madrepatria, che offre protezione, cura, amore, diritti e opportunità di servire ed elevarsi a grandi altezze; e[/*]
  • Veda Mata – il tesoro spirituale che rivela lo scopo della vita e vi conduce alla Realizzazione del Sè.[/*]

Deha Mata, la madre che vi ha dato la nascita, deve rivelare al figlio le Glorie di tutte le altre; la sua responsabilità è dunque la più grande e la più cruciale.

Sì, è la più grande e la più cruciale delle responsabilità, perché i figli crescono e saranno loro a dover portare avanti il Paese e trasmettere tali insegnamenti ai loro figli.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Concentrazione e meditazione


Si calcola che ogni giorno una persona elabori un susseguirsi di 60-80 mila pensieri di cui non è consapevole. In questa avidya, nasce, cresce e si diffonde la sofferenza.

Si può affermare che la vita senza la consapevolezza di averla vissuta equivale a vita “non vissuta“. Gli studiosi di scienze cognitive ci informano che sono parecchie le decine di migliaia di pensieri quotidiani che ospitiamo nella nostra mente senza rendercene conto; pensieri che, nonostante ignoriamo la qualità, concorrono a crearne di nuovi, che intervengono nei nostri ragionamenti, che sono presenti nelle nostre valutazioni e nelle nostre decisioni. Pensieri che, essendo noi all’oscuro di possedere e di interagire, non li relazioniamo con gli effetti che apportano, siano questi favorevoli o avversi. Per sottolineare la centralità della mente nella qualità della vita di una persona, riportiamo in fondo all'articolo il PdG del 26 Giugno 2022 di Bhagawan.

L’economista, psicologo ed informatico statunitense, nonché premio Turing e Nobel, Herbert Simon ci ha permesso, mediante una sua celebre analisi sull'informazione, di rivalutarla sia dalla prospettiva del fornitore, che di quella dell’utilizzatore.

Afferma il dr. Simon: “Ciò che l’informazione consuma è abbastanza ovvio: consuma l’attenzione dei suoi destinatari. Quindi una ricchezza di informazioni crea una povertà di attenzione ed un bisogno di distribuire quell’attenzione in modo efficiente tra la sovrabbondanza di fonti di informazioni che potrebbero consumarla“.
Tirando le somme: DISTRAZIONE = PERDITA DI TEMPO e SPRECO DI ENERGIE.

L’unica strada percorribile per vivere la vita nella sua interezza è adottare un appropriato stile di vita che riorganizzi, almeno in un primo momento, le attuali abitudini e che favorisca la concentrazione. A tale fine, più in basso, si propongono 5 suggerimenti per ridurre le distrazioni, sette abitudini da abbandonare (possibilmente con estrema urgenza) e una abitudine da far crescere.

Il “qui ed ora” è la vita stessa. Il Buddha ci fornisce una indicazione per sperimentare quello che a parole non si può né spiegare, né completamente comprendere: “Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato o preoccuparsi del futuro, bensì nel vivere il momento presente con saggezza e serietà“.

La concentrazione non è un metodo di rilassamento, anche se utilizza il rilassamento per acquietare corpo e sensi. Per mezzo della concentrazione si arriva alla meditazione passando per la contemplazione, termine questo di cui si dovrebbe apprezzare il diverso significato fra Occidente ed Oriente.

Pertanto, è fondamentale che ognuno trovi da sé le motivazioni e i benefici, sia in ordine mondano che spirituale, sul perché dovrebbe praticare la meditazione con costanza quotidiana. Tale conquista lo renderà immune dalle dicerie altrui.


◼️ Pensiero del Giorno del 26 Giugno 2022

È la mente che forma o rovina una persona. Se è immersa nelle cose del mondo, conduce alla schiavitù; se tratta il mondo come temporaneo, allora con il distacco diventa libera e leggera.

Allenate la mente a non sentirsi attaccata alle cose che cambiano in meglio o in peggio. Non tenete davanti a voi gli orpelli della fama e delle ricchezze mondane; attirate la mente verso gioie durature che scaturiscono dalle sorgenti dentro di voi. Questo porterà grandi ricompense. La mente stessa diventerà quindi il guru, perché vi condurrà sempre più avanti una volta assaporate le dolcezze dell’ascolto, del ricapitolare e della meditazione costante e continuata.

È la mente che conferisce alla figura creata dal ceramista la Divinità che il devoto vede in essa; è la mente che riempie la stanza del santuario con la fragranza della santità.

— Discorso Divino del 24 Marzo 1958


◼️ RIDUZIONE DELLE DISTRAZIONI – suggerimenti

  • Eliminare dalla propria area operativa tutte le fonti di distrazioni
    Es: se si cucina, spegnere la TV – sconnettersi o silenziare i servizi social – non tenere riviste bagno – non usare troppi post-it – sulla scrivania che trovino posto solo lo stretto occorrente per quel specifico lavoro, etc.
  • Impegnarsi a svolgere un solo compito alla volta aumentando la consapevolezza del qui ed ora
    Es: nei lavori ripetitivi non lasciare divagare la mente, soprattutto nel passato o nel futuro, o in altri lavori.
  • Pianificare delle pause per le distrazioni indomabili – l’obiettivo resta comunque quello di ridurle;
    Es: abituiamo gradualmente la mente alla disciplina evitando di essere tragici. Concediamole alcuni svaghi a cui è abituata limitandole progressivamente il tempo e smorzando l’interesse. Non rendiamocela nemica, sarebbe un grosso errore.
  • Stabilire un’importanza e una tempistica su cosa ascoltare e guardare
    Es: è risaputo che alcune musiche, come alcuni programmi, nella loro costate ossessività favoriscono stati d’ansia, irrequietezza e vizi. Altri, per mezzo del divertimento e del carisma, veicolano messaggi tendenziosi, poco rispettosi della propria individualità, falsi, indecenti, contrari alle leggi divine. Eliminarli senza alcuna titubanza.
  • Impegnarsi ad amare il silenzio – soprattutto interiore
    È qui, superato l’iniziale imbarazzo psicologico, che si può ascoltare la Voce di Dio.


◼️ SETTE ABITUDINI DA ABBANDONARE

  • Dubitare di sé stessi
  • Pensiero negativo
  • Dialogo negativo con sé stessi
  • Compiacere gli altri
  • Criticare gli altri
  • Paura del fallimento o del successo
  • Procrastinare


◼️ UNA ABITUDINE DA FAR CRESCERE

  • Guardarsi dentro con amore e rispetto.


Una cura in quattro rimedi


Iniziò a studiare filosofia da ragazzino. All'epoca, siamo nella Grecia del IV-III secolo a.C., il termine filosofia era pregno di un significato profondo, di un impegno verso sé stessi e la società, intesa come qualcosa che supera le barriere spazio-temporali. Oggi questo significato, questo senso di impegno-dovere, si è impoverito e decurtato. Non è più considerato essenziale. La filosofia oggi, salvo rare eccezioni, è un termine che si è svuotato del suo intrinseco valore.

Da allora ad oggi in comune resta solo il mero retaggio formale del termine: amore per la sapienza, o amore per la saggezza. Nel mezzo, secolo dopo secolo, il termine di derivazione greca (ϕιλοσοϕία) perse il suo tratto distintivo, rimpiazzandolo con surrogati che avallassero le varie ideologie che le impellenti contingenze politiche e militari partorivano nell'intento di assicurarsi i loro obiettivi economici e territoriali.

Non si può spiegare a parole l'anima di certi termine. Questa anima può essere intuita solamente frequentando chi vive in simbiosi con essa, chi e si prefigge di scoprirla senza risparmiarsi. Non ci sono alternative, che non siano, appunto, svilenti surrogati.

Epicuro, importante filosofo greco (341 a.C. - 270 a.C), iniziò a studiare filosofia e a viverla dall'età di 14 anni. A suo dire, lo scopo della vita è il raggiungimento della felicità, la quale si ottiene attraverso il piacere - definito come assenza di dolore fisico (aponia), o edonismo non sfrenato - e l'assenza di turbamento dell'anima (atarassia), ovvero, l'indifferente serenità del saggio che, raggiunto il dominio sulle proprie passioni, è imperturbabile di fronte alle vicende del mondo.

Epicuro classificò i desideri in tre categorie:

- naturali, come il cibo, l'acqua, e un rifugio;
- naturali ma non necessari, come il lusso o i piaceri raffinati;
- non naturali e non necessari, come il desiderio di potere o ricchezza.

Pertanto, il piacere - quale mezzo per raggiungere la felicità, scopo della vita - non consiste nell'accumulo di beni materiali o nel soddisfacimento illimitato dei desideri, bensì nella moderazione e nella saggezza.

Nella sua visione, la filosofia è uno strumento per liberare l'uomo dalle paure, come quella della morte e degli Dèi. Questo lo portò a suggerire una "cura in quattro rimedi", il famoso tetrafarmaco:

• Non temere gli Dèi.
• Non temere la morte.
• Il bene è facile da ottenere.
• Il male è facile da sopportare.

Analizzando questi punti, andando oltre la formale apparenza, lo spaccato che ne deriva è un insegnamento molto profondo, valido in ogni epoca e luogo.

Per garantirsi una vita felice, l'uomo dovrebbe soddisfare solo i desideri naturali e necessari. Questo implica che egli lavori su sé stesso, al fine di rimuovere le stratificazione dovute ai "luoghi comuni", che lo inganna e lo imprigiona; come ad esempio la riprova sociale.

A tale scopo, necessita di una "Stella Polare", la quale non può essere un'autorità, spesso priva di autorevolezza. É l'autorevolezza a dare luogo all'autorità, proprio come un fiore diffonde la fragranza. Quando l'autorità assume carattere impositivo perde l'autorevolezza. Non è il profumo a creare il fiore. Come conseguenza, la consapevolezza trasla dalla Luce all'ombra.

L'ombra, l'ignoranza, è figlia dell'ostacolo. Per rimuoverlo, un mezzo efficace, è l'auto-indagine, il guardarsi dentro. L'uomo deve interrogarsi profondamente sul perché ha paura degli Dèi, (l'oggetto della paura), e scoprire se in verità teme maggiormente i Loro "amministratori" (i creatori della paura).

Nella via spirituale la disciplina è l'autorità che, senza coercizione, instrada il praticante verso l'essenza, dall'ombra alla Luce. In tale tragitto, uno stadio fondamentale è il "filosofo-re", l'autorevole che, attraverso la saggezza e la virtù non imposta, ispira e guida gli altri: servizio altruistico.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Riflessioni sul PdG del 31 Luglio 2022


Il PdG del 31 Luglio 2022 (riportato in basso) ci parla di una spiritualità i cui effetti si devono apprezzare anche nelle relazioni sociali, educative, economiche, professionali e giuridiche. Tutte cose appannaggio della politica. In altre parole, mediante Prema si deve procedere a riformare la politica, da quella locale a quella internazionale, partendo dal suo fulcro: l'individuo.

A mio modo di intendere, questo è un invito a riflettere profondamente su molti aspetti delle attuali politiche e concetti che queste partoriscono, al fine di comprendere i potenziali aggiustamenti senza cedere alle lusinghe ingannevoli del giudizio, della contrapposizione e della rivalità.

Quando parliamo di unità, sempre a mio avviso, dovremmo intendere una distanza pari a zero anche con le persone che vivono dall'altra parte del mondo rispetto a noi. Dovremmo preferire la valutazione al giudizio, il confronto unificatore alla contrapposizione e la disponibilità alla rivalità. Le ragioni che favoriscono fazioni difettano di levatura.

Per arrivare qui, come lo ribadisce anche la psicologia, tre passi sono improcrastinabili: guardare quello che siamo, non creare conflitti per quello che rileviamo (accettarsi senza riserva), cambiare progressivamente poco alla volta.

Non possiamo sostenere che siamo tutti UNO rifiutando di sentirci corresponsabili di quello che accade di positivo o di negativo intorno a noi. È mediante il senso di corresponsabilità - non di colpa - che elevando sé stessi si contribuisce ad elevare la vibrazione dell'Universo. Questo è il Principio di Unità promulgato da tutti i Maestri Spirituali. Bhagawan sintetizza questo principio con un chiaro esempio: quando duole il piccolo mignolo del piede, tutto il corpo ne risente, tutto il corpo partecipa a quella sofferenza.


PdG del 31/07/2022

Prema (Amore) deve trasformare tutte le relazioni: sociali, economiche, educative, professionali, familiari, religiose, giuridiche ed etc. Il padre deve amare il figlio un po’ più intensamente ed intelligentemente; la madre deve diffondere l’amore a tutti coloro che si trovano nella sua sfera di influenza; i figli devono amare i domestici. Il senso di uguaglianza secondo cui ciascuno è il depositario dell’essenza divina deve trasmutare il comportamento sociale e individuale!

Potete chiamarMi “Incarnazione dell’Amore Divino” (Premaswarupa)! Non vi sbaglierete! Prema è la ricchezza che possiedo e che spargo tra i bisognosi e gli afflitti. Non ho altre ricchezze. La Grazia del Signore è sempre fluente come la corrente elettrica attraverso il filo. Installate una lampadina e la corrente - a seconda della sua potenza (espressa in Watt) - illuminerà la vostra dimora! La lampadina rappresenta gli esercizi spirituali che fate, la dimora è il vostro cuore.

Venite a Me con gioia; tuffatevi nel mare e scopritene la profondità; non serve a nulla immergersi vicino alla riva e giurare che il mare è poco profondo e non possiede perle. Immergetevi in profondità e vi garantirete il vostro desiderio!

-- Sathya Sai Baba, DD del 22 Luglio 1958


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



100 Giorni al Centenario


100 Giorni al Centenario
Come ci presentiamo al Centenario?

Oggi, 16 Agosto 2025, mancano esattamente 100 giorni al Centenario dell'Avvento di Sri Sathya Sai Baba, la seconda delle tre Manifestazioni del Principio di Shiva.

A differenza della prima Manifestazione, la cui fama rimase fortemente circoscritta per diversi decenni, la notorietà di Sri Sathya Sai Baba raggiunse ogni angolo del pianeta. A partire da quel 20 Ottobre 1940, in cui dichiarò di essere la reincarnazione di Sai Baba di Shirdi e di avere una Missione da portare avanti, progressivamente sempre più persone sentirono parlare di Lui.

Il prossimo 23 Novembre ricorre il Centenario del Suo Avvento. I Suoi devoti stanno organizzando grandi festeggiamenti.

Un proverbio medioevale italiano affermava: alla festa si va con il vestito elegante acquistato con il sudore della propria fronte.

Questi preparativi rischiano di farci dimenticare lo scopo primario, ribadito dalla seguente domanda. Come ci presentiamo all'appuntamento: ognuno per conto proprio, in vari e distinti gruppetti, o tutti insieme, simboleggiando l'Unità tanto predicata dal Maestro?

Qualsiasi devoto di Sri Sathya Sai Baba dovrebbe porsela e impegnarsi a darle una risposta mediante attenta, sincera e profonda auto-indagine; alzando il più possibile l'asticella della propria onestà interiore, proprio come il cammino spirituale richiede. Tale risposta evidenzierà la priorità concessa all'essenza degli Insegnamenti di Swami.

Quello dell'unità è un "esame" inevitabile nel percorso verso la Meta. Molti hanno solo una vaga idea teorica di quello che esso comporta. Pur non essendo possibile spiegarlo a parole, è possibile fornire indicazioni su cui l'interessato potrà meditare e praticare.

Non si è in unità quando si è insieme ad amici, parenti o devoti dello stesso rione. Questa condizione si chiama gruppo, il quale può favorire una sorta di spirito di cameratismo, che però resta circoscritto al medesimo gruppo, oppure esteso ad altri della federata. Ma cosa succede quando ci rapportarci, con chi è esterno alla nostra cerchia e ha idee ed atteggiamenti a noi opposti? Esagerando, ci sentiremo ancora in unità in un covo di vipere?

Si è in unità quando non è più necessario ricorrere ad alcuna mondana educazione, o richiamare alcun Insegnamento spirituale. Quando, oltre al livello intellettuale e spirituale, si ha superato anche il concetto stesso di unità. Si è. Parlare di "onde" e del "mare" che le sostiene perde significato, al pari di definire quello stato Realtà. Il "mare" è. Non c'è un secondo che lo possa identificare, immaginare o chiamare.

I devoti si raggruppano in quattro categorie: quelli che necessitano di un Maestro fisico, quelli che lo cercano in un surrogato, quelli che si legano ad un luogo fisico e quelli impegnati a realizzare l'essenza degli Insegnamenti.

Le prime e tre categorie, anche se in modo non plateale, saranno sempre in lotta fra loro per qualche riconoscimento. Sono come il bambino che afferma:"La mia mamma è la più bella". Non può ammettere che anche le altre mamme sono belle, ne va della sua auto-stima e del rapporto con sua madre. La quarta categoria, invece, medita sullo spirito di unità che soggiace e lega tutti gli essere animati e non, indipendente dalla loro collocazione spaziale.

Quelli delle prime tre categorie hanno un Maestro, o un luogo che glielo ricorda, ma di fatto ancora non credo realmente in Lui. Lo utilizzano come rassicurante supporto, come il bambino che pretende la luce accesa per scacciare la paura. Non sfrutta ancora la luce per elevarsi.

Cento giorni al Centenario. Quante appaganti congetture si lasceranno cadere per viaggiare leggeri e giungere all'appuntamento con una maggiore consapevolezza di cos'è l'Unità?


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Gayatri Mantra - appuntamenti quotidiani


Gayatri Mantra - appuntamenti quotidiani online

Tutti i giorni ai seguenti orari:

- 06.30 - 9 ripetizioni (circa 3 minuti)
- 12.30 - 9 ripetizioni (circa 3 minuti)
- 19.00 - 108 ripetizioni (circa 40 minuti)

Unisciti alla recitazione: gayatri.srisathyasai.guru/



DAILY SADHANA del 15 Agosto 2025


È stata la loro intensa devozione a far dimorare Krishna nei cuori delle Gopika. Esse divennero inebriate da Dio. Ognuno dovrebbe essere follemente innamorato di Dio. Solo allora si libererà dal desiderio di ricchezza e di oggetti mondani.

-- Sri Sathya Sai Baba, 28 Agosto 1994


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Qualcosa su Ferragosto


Ferragosto è una Festività principalmente italiana e ha origini antiche. Il termine deriva dal latino "Feriae Augusti", che significa "ferie di Augusto", ovvero di Gaius Octavius che le istituì nel 18 a.C. Durante questo periodo estivo si celebrano due momenti solenni: l'assunzione al potere di Augusto e il raccolto agricolo del mese di Agosto.

All'epoca, potere e raccolto era un binomio importante, avevano un legame inscindibile e consequenziale. Sebbene anche allora la politica soffrisse di corruzione e favoritismo, questi venivano fortemente limitati quando si trattava di Madre Terra, la dispensatrice del raccolto da cui tutta la gerarchi dipende e interagisce in un tutt'uno. Tutti sapevano che le divinità erano tolleranti, ma non amavano le esagerazioni.

Augusto - concordano gli storici - non fa altro che ravvivare l'aspetto tradizionalistico-rituale - i Romani già praticavano la venerazione degli dei e degli spiriti degli antenati mediante rituali e processioni - portandolo ad un livello più religioso e partecipato. Anche il binomio "politica-raccolto" andrebbe inteso sotto quest'ottica.

Il 15 Agosto era una data significativa anche per i Celti: era nota come Lughnasadh o Lammas. Infatti, segnava il raccolto estivo, ed era associata a celebrazioni connesse alla Natura e al ciclo agricolo.

Con il passare dei secoli, questa festività perse molto del suo aspetto religioso, pur mantenendo quello più mondano, ovvero il suo carattere di pausa estiva e ciclo agricolo.

Con il Cristianesimo si ripristina la forte connessione con la Religione. Papa Alessandro VI, siamo nel 15° secolo, lega la data del 15 Agosto alla Festa dell'Assunzione di Maria, una fra le feste importante per la Religione Cristiana. La scelta operata dal papa è una scelta più strategica e politica che religiosa-spirituale. Infatti, era suo obiettivo sovrapporsi e cristianizzare le festività preesistenti al fine di facilitare la conversione delle persone pur concedendo loro di mantenere alcuni aspetti delle loro tradizioni. Questa pratica di adattamento delle feste pagane al calendario cristiano sarà un approccio ricorrente nella storia della cristianità.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Pensiero del Giorno del 15 Agosto 2025


L'uomo di oggi desidera una libertà illimitata. Cos'è esattamente la libertà? Il fine della saggezza è la libertà. Il fine della cultura è la perfezione. Il fine della conoscenza è l'Amore. Il fine dell'istruzione è il carattere. L'umanità dell'uomo è in declino perché sta perdendo giorno dopo giorno tutte e quattro queste qualità. Cos'è svechchha (volontà propria)? È la volontà individuale, ma si dovrebbe accettare la vittoria e la sconfitta, il successo e il fallimento con equanimità. Aspirare al successo e detestare il fallimento non costituisce svechchha.

La vera libertà risiede nel considerare la felicità e il dolore allo stesso modo. La stessa verità è proposta nella Bhagavad Gita: Sukha Duhkhe Samekritva Labhaalabhau Jayajayau - si dovrebbe rimanere equanimi nella felicità e nel dolore, nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta. Supponete di aver invitato un amico a casa vostra: potete forse accogliere solo il suo volto e chiedere ai suoi piedi di andarsene? L’umanità risiede nell’uguaglianza di entrambi.

Accogliete con equanimità sia il bene che il male, il successo e il fallimento, la fama e il discredito. Questo è il modo corretto di sperimentare svechchha.

Con Amore,
Baba


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Buon Ferragosto


Non rendete Dio moderno per adattarLo ai vostri capricci. Egli non è né antico né moderno; il Suo volto non cambia mai, né la Sua Gloria. PresentateLo, se proprio dovete, in maniera moderna, in uno stile moderno, affinché possa essere compreso oggi.

Sri Sathya Sai Baba


BUON FERRAGOSTO
dal team del PdG



DAILY SADHANA del 14 Agosto 2025


Coltivando il principio dell'Amore e manifestando l'Amore nei pensieri e nelle azioni, sperimenterete la beatitudine dell'Amore. Quando si è colmi dell'Amore del divino, ogni dolore e difficoltà verranno dimenticati. È per propagare questo principio dell'Amore divino che gli Avatar nascono di epoca in epoca.

-- Sri Sathya Sai Baba, 21 Agosto 1992


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 14 Agosto 2025


Se qualcuno avvicina una persona e le chiede: Chi sei?, a causa della sua identificazione con il corpo, questa risponde con il proprio nome. In risposta ad ulteriori domande, si presenterà come medico, agricoltore, studente o simili. l'indagine si approfondisce, si identificherà con la propria nazionalità: americano, indiano, pakistano e così via.

Esaminando a fondo queste risposte, si scopre che nessuna di esse rappresenta la verità. Il nome lo ha ricevuto dai genitori. Non gli apparteneva alla nascita. La sua identificazione con una o l'altra delle sue professioni non è veritiera, poiché egli non è la professione. Qual è dunque la verità su di lui? Io sono l'Atma. Questo è il mio vero Sé. Questa è la verità.

Ma le persone si identificano con il proprio nome, la professione e la nazionalità, e non fondano la propria vita sull'Atma. Nessun conducente di un'auto si identifica con l'automobile. Allo stesso modo, il corpo è un'auto e l'Atma è il conducente. Dimenticando il proprio vero ruolo di conducente, ci si identifica con il corpo, che è solo un veicolo.

-- Discorso Divino del 23 Agosto 1995


Solo quando ci si dissocia da nome e forma si può scoprire il proprio vero Sé divino.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



L'importanza del soffermarsi


Molto spesso, quando non si ottiene quello che si desidera, ci si lamenta, si giudica e ci si arrabbia; a volte si cade anche in uno stato di ansia e depressione più o meno accentuata.

In quel momento, invece di abbandonarsi alle più svariate sfumature emotive, sarebbe preferibile provare a tenere salde le redini della mente e porsi una semplice domanda: Cosa mi aspetto da queste reazioni, da questo comportamento?


Soffermarsi sul perché della reazione emotiva è molto importante: evita situazioni spiacevoli, riduce il senso di inadeguatezza e di impotenza; inoltre alleggerisce il carico emotivo, quello che offusca la mente ed alimenta pensieri negativi.

Impegnarsi a soffermarsi è un buon esercizio di autocontrollo, riassume il famoso detto "prima di arrabbiarti conta fino a dieci, chiediti perché vorresti perdere la lucidità e poi ricomincia la procedura d'accapo".


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



DAILY SADHANA del 13 Agosto 2025


Krishna attrae le persone non solo per l'incomparabile bellezza della Sua Forma. Egli le attrae con la Sua musica, la Sua danza, i Suoi giochi e le Sue parole. Krishna, con i Suoi modi affascinanti, poteva trasformare la collera delle Gopi, provocata dai Suoi scherzi, in piacevoli burle.

-- Sri Sathya Sai Baba, 28 Agosto 1994


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 13 Agosto 2025


Perché siete venuti da distanze così grandi, affrontando tutte le spese e le difficoltà del viaggio? Per stare alla Mia presenza e ottenere la Mia Grazia, non è vero? Perché dunque cercate altri contatti e il favore di altri una volta giunti in questo luogo? Perché cadere in abitudini che vi negano la Mia presenza e la Mia Grazia? Dimenticate tutto il resto e attenetevi agli ordini che vi do; Io desidero soltanto iniziarvi al sentiero spirituale del seva e dell’Amore.

Non vergognatevi se vi è stato chiesto di sorvegliare un mucchio di sandali, o portare acqua agli assetati, o stare alla porta. Il privilegio e la gioia consistono nell'uso che fate delle vostre abilità e del vostro tempo per aiutare il prossimo. Desiderate ardentemente servire Me. Lasciate che vi dica: servire coloro che Mi servono, Mi dà tanta soddisfazione quanto servire Me stesso. Servire chiunque è servire Me, poiché Io sono in tutti. Il sollievo e la gioia che date agli ammalati e ai sofferenti giungono a Me, poiché Io sono nei loro cuori e sono Colui che essi invocano.

Dio non necessita del vostro servizio; soffre forse di dolori alle gambe, o di mal di stomaco? Sforzatevi di servire i pii; siate un dasanudasa, servo dei servi del Signore. Il servizio all’uomo è l’unico mezzo attraverso il quale potete servire Dio.

-- Discorso Divino del 04 Marzo 1970

Quando curate un arto, curate l’individuo. Quando servite l’uomo, servite Dio.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Non pregare per...


Non pregare perché l'acqua spenga il fuoco o perché il bene vinca sul male. Prega affinché tutti realizzino l'Unità.

— Insegnamento Zen —


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



DAILY SADHANA del 12 Agosto 2025


Coltivate pensieri positivi. I pensieri positivi portano ad azioni positive. Le azioni positive portano a una buona compagnia (satsang). Coltivate l'Amore. Tutto si basa sull'Amore e solo sull'Amore. L'essere umano nasce nell'Amore, è sostenuto dall'Amore e alla fine si rifonde nell'Amore. L'Amore è la base della vita umana.

-- Sri Sathya Sai Baba, 20 Novembre 2000


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 12 Agosto 2025


Conoscete la situazione caotica in cui versa il mondo odierno. Disordine e violenza dilagano ovunque. Pace e sicurezza non si trovano in nessun luogo. Dove si può trovare la pace? Essa è dentro di noi. Anche la sicurezza è dentro di noi.

Come si può eliminare l'insicurezza e garantire la sicurezza? Rinunciando ai desideri. Nel linguaggio degli antichi Bharatiya, si tratta semplicemente di ridurre i bisogni. Come capofamiglia limitate i vostri desideri alle necessità della famiglia! Come studenti dedicatevi agli studi. Come professionisti attenetevi ai doveri della vostra professione.

L'uomo è tormentato da numerosi problemi perché non ha fiducia nel Sé. Gli aspiranti sul sentiero spirituale sono destinati ad affrontare i problemi causati da sei nemici: lussuria, rabbia, avidità, infatuazione, orgoglio e invidia. Bisogna superarli.

-- Discorso Divino del 23 Agosto 1995


Affidatevi in Dio piuttosto che nelle cose che dipendono da Dio.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Dimenticando il Dio...



Dimenticando il Dio, che è a loro più vicino e intimo, le persone provano a cercare un Dio invisibile altrove.

-- Sathya Sai Baba


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



DAILY SADHANA del 11 Agosto 2025


La devozione è l'acqua che lava via lo sporco (l'egoismo e il senso del "mio" o della possessività) accumulato da secoli. Il sapone della ripetizione del Nome di Dio, della meditazione e della comunione (yoga) aiuta a rimuoverlo più rapidamente ed efficacemente. Chi procede lentamente, ma con costanza, vincerà sicuramente questa corsa.

-- Sri Sathya Sai Baba, 01 Agosto 1956


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 11 Agosto 2025


In questo mondo ci sono figli che mancano di rispetto nei confronti dei propri genitori. Non riconoscono che i genitori li hanno messi al mondo e li hanno cresciuti con molti sacrifici e disagi. Da un lato li feriscono, mentre dall'altro pregano Dio. Questo non può affatto essere definita vera devozione. Possono costoro forse conseguire la liberazione con questo tipo di devozione?

Che cos'è la liberazione? Gli stolti pensano che fondersi con Dio dopo la morte sia liberazione. Ma non è così. Eliminare tutte le preoccupazioni e di conseguenza essere felici è la vera liberazione. È saziare la fame dei poveri e dare sollievo ai bisognosi. Mukti (liberazione) è liberarsi delle proprie difficoltà, tristezze, preoccupazioni, attaccamenti e assicurarsi felicità, benessere, pace e beatitudine.

Non è una meta separata da raggiungere. Rimuovere l'ansia di tutti e riempire i loro cuori di suprema pace è mukti. Essere liberi dalle proprie preoccupazioni è mukti. Mukti, che è così semplice, sottile e alla portata di tutti, viene ignorata dall'uomo. Egli brama la mukti dopo la morte. Ma la mukti dovrebbe essere sperimentata quando si è ancora in vita.

-- Discorso Divino del 02 Ottobre 2000

Liberazione significa conseguire un'Amore altruista che sia costante, incessante e totale.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



DAILY SADHANA del 10 Agosto 2025


Gli impulsi (vasana) sono la causa di ogni infelicità. Se sono assenti, la mente è limpida e pura. Se sono presenti, la purezza è compromessa; essi sono ostacoli sul sentiero della verità, dell'atma e dell'immortalità. Una mente libera dagli impulsi è trasmutata e non è più la mente


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 10 Agosto 2025


La Gayatri è onnipresente. È costituita da tre divinità: Gayatri, Savitri e Saraswati. Di queste, la prima è la padrona dei sensi. La seconda è la maestra della verità, e la terza è la padrona della parola. La Gayatri è acclamata come Chandasam mata (la Madre di tutti i Veda).

La Gayatri ha cinque volti ed è l'incarnazione di tutte le divinità - Sarva devata swarupam. Stotra (descrizione della Gloria), dhyana (meditazione) e prarthana (preghiera) sono tutti contenuti nel Gayatri Mantra. Quand'è che una preghiera diventa significativa? Soltanto quando si stabilizza la propria mente e la si rivolge a Dio. La base per questo è meditare, pregare e sperimentare. È essenziale raggiungere l'armonia nel pensiero, nella parola e nell'azione.

La Gayatri insegna questa grande lezione. Ogni piccola parola o frase in un mantra ha un immenso significato interiore. Non può essere liquidata come superstizione.

-- Discorso Divino del 06 Maggio 1995

Il Gayatri Mantra proteggerà il vostro corpo, farà risplendere il vostro intelletto e migliorerà il vostro potere di parola.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Raksha Bandhan - Come si svolge


Il rito del Raksha Bandhan prevede sei passi:

1- la preparazione del thali
La sorella prepara per il fratello, biologico o adottivo, un piccolo vassoio (thali) decorato con:

• la rakhi (il filo o braccialetto);
• un diya (piccola lampada a olio) acceso;
kumkum (polvere rossa) o roli per il tilak sulla fronte;
• chicchi di riso (akshat)
• dolci tradizionali (mithai)

2- Cerimonia del tilak
Il fratello si siede di fronte alla sorella. Lei gli applica sulla fronte il tilak (un segno) con il kumkum e vi pone sopra alcuni chicchi di riso, simbolo di prosperità.

3- Legatura della rakhi
La sorella procede legando la rakhi al polso destro del fratello, recitando o pensando preghiere per la sua salute, felicità e protezione.

4- Offerta di dolci
Sempre la sorella offre al fratello un dolce, il quale lo accetta, e spesso ricambiandolo con lo stesso gesto.

5- Dono del fratello
Il fratello, come segno del suo impegno a proteggerla, le dona un regalo, che può essere denaro, abiti, gioielli o altro.

6- Momento conviviale
La famiglia festeggia insieme, spesso con un pasto speciale e musica.

Sebbene al presente i tempi sono cambiati e le famiglie si ritrovano sparse in città e Paesi diversi, l'essenza, ossia lo spirito di questa tradizione rimane immutato. Proprio a causa della distanza e dell'impossibilità di riunirsi nello stesso luogo, questo rito viene celebrata oggi anche in videochiamata e il rakhi inviato per posta.

Può far strano, a quanlcuno, che questo rito si possa celebrare a distanza, magari prioprio in videochiamata.

Ebbene, si tenga presente che lo scopo del rito non è la fisicità dei partecipanti, bensì stipulare (iniziare), rinnovare e rafforzare una sorta di "patto sacro".

Ad esempio, cosa legava Rani Karnavati e l'imperatore Humayun, citati nel post precedente?

Rani Karnavati, di fede induista, era la regina vedova del Principato di Mewar, nel Rajasthan, che stava per essere invaso dall'esercito del sultano Bahadur Shah del Gujarat (1535). La regina era consapevole che il suo esercito non poteva resistere a lungo, così decise di chiedere aiuto all'imperatore Mughal Humayun, di fede musulmana.

Inviò via emissario a Humayun una rakhi, un braccialetto cerimoniale del Raksha Bandhan. Questo atto trasformava la richiesta di soccorso in un vincolo personale e sacro. Dal momento in cui un uomo accetta una rakhi, egli si impegna moralmente a proteggere la "sorella" che gliel'ha inviata, indipendentemente dalle differenze religiose o alleanze politiche.

Questo ci dimostra che lo scopo del Raksha Bandhan è l'essenza, non la semplice vicinanza fisica.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Raksha Bandhan


Raksha Bandhan è una festività tradizionale indiana celebrata principalmente tra fratelli e sorelle. Simboleggia protezione, affetto e legame familiare. Il nome deriva dal sanscrito: raksha (protezione) e bandhan (legame o vincolo).

Durante la cerimonia, la sorella lega al polso del fratello un filo o braccialetto decorato chiamato rakhi, pregando per la sua salute e felicità. In cambio, il fratello promette di proteggerla e spesso le offre un dono.

Questa festività si celebra ogni anno nel mese di Shravana del calendario lunare hindu, che corrisponde solitamente ad Agosto secondo il calendario Gregoriano.

Sebbene la centralità del legame è tra fratelli e sorelle biologici, oggi, come in passato, può essere estesa anche ad amici o persone considerate come fratelli e sorelle "di cuore".

Le origini mitologiche del Raksha Bandhan derivano da varie leggende che popolano la tradizione hindu, ognuna delle quali mette in luce l'idea di protezione e affetto fraterno. Fra le tante, ne citiamo tre, quelle maggiormente famose.

Krishna e Draupadi
Secondo il Mahabharata, durante una battaglia, il Signore Krishna si ferì al dito. Draupadi, moglie dei Pandava, strappò un pezzo del suo sari e lo avvolse intorno alla ferita per fermare il sangue. Krishna, commosso dal gesto, promise di proteggerla in ogni circostanza. Più tardi, quando Draupadi venne umiliata pubblicamente, Krishna la salvò miracolosamente.

Indra e Indrani.
Nel Bhavishya Purana, il Dio Indra combatteva una guerra contro i demoni. Sua moglie Indrani preparò un raksha sutra (filo protettivo) e lo legò al polso del marito, conferendoGli forza e protezione. A seguito di questo gesto, Indra vinse la battaglia.

Rani Karnavati e l'imperatore Humayun.
In questo episodio storico popolare, Rani Karnavati del Rajasthan inviò una rakhi (braccialetto cerimoniale tipico del Raksha Bandhan) all'imperatore Mughal Humayun chiedendogli protezione contro un invasore. Humayun, rispettando il vincolo, marciò per difenderla, anche se arrivò troppo tardi per salvarla.

Queste leggende rappresentative sottolineano e contemplano due fondamentali aspetti: il legame - che "vive" se c'è una sorta di "dare" e "avere", o più precisamente un reciproco "donarsi" - e la volontà di occuparsi del benessere della controparte al meglio delle proprie possibilità. Ad un livello più profondo, quella che si definisce "controparte" altro non è che l'unità nella diversità.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



DAILY SADHANA del 09 Agosto 2025


Gli impulsi (vasana) operano in modo sottile e potente. Esattamente come il seme di un albero contiene in sé il tronco, i rami, i rametti, le foglie, i fiori e i frutti, così anche tutti i desideri giacciono latenti nell'impulso. Gli impulsi sono la causa di tutta l'infelicità.

-- Sri Sathya Sai Baba, Dhyana Vahini, cap. 11


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 09 Agosto 2025


Un giorno, Satyabhama, Rukmini, Jambavati e Draupadi videro del sangue uscire dal dito di Krishna. Potevano vederlo perché erano tutte molto vicine a Krishna. I servi non potevano vederlo poiché non erano così vicini. Satyabhama ordinò immediatamente a una serva di prendere un pezzo di stoffa per legarlo attorno al dito di Krishna, mentre Rukmini corse lei stessa all'interno per cercare un pezzo di stoffa. Draupadi, all'istante, strappò l'estremità libera del suo sari e la legò intorno al dito di Krishna. Quando Satyabhama e Rukmini videro questo, si guardarono l'un l'altra per ammirare la devozione di Draupadi. Si sentirono mortificate e pensarono tra sé: "Noi non abbiamo l'Amore, la devozione e la discrezione che ha Draupadi! Siamo solo attaccate alla forma fisica di Krishna, ma non comprendiamo veramente i Suoi bisogni".

Quando Draupadi pregò Krishna affinché la aiutasse in un momento di difficoltà, Krishna ricordò questo episodio e decise immediatamente che era giunto il momento di ricompensarla per l'atto di sacrificio che aveva compiuto quel giorno!

In questo mondo fisico, se desiderate ottenere qualcosa, si deve dare qualcos'altro in cambio. Quando volete acquistare un fazzoletto, andate in un negozio, date al negoziante dieci rupie circa, ed egli vi dà il fazzoletto. Anche a Dio dovete offrire qualcosa per meritare la Sua Grazia. Anche per una vostra piccola offerta, Dio vi darà una ricompensa abbondante.

-- Discorso Divino del 30 Giugno 1996

Dovreste offrire il vostro Amore a Dio come il cibo che Dio ama.


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



I 10 Comandamenti


Di seguito i Dieci Comandamenti, o Decalogo secondo la tradizione ebraico-cristiana, come riportati nella Bibbia - Esodo 20:1-17 e Deuteronomio 5:6-21. Esistono leggere variazioni tra le versioni ebraica, cattolica e protestante.

Versione ebraica

01. Io sono il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa della schiavitù.

02. Non avrai altri dèi davanti a Me. Non ti farai scultura, né immagine alcuna […]; non ti prostrerai davanti a loro […].

03. Non pronunciare il Nome del Signore tuo Dio invano.

04. Ricordati del giorno di Shabbat per santificarlo.

05. Onora tuo padre e tua madre.

06. Non uccidere.

07. Non commettere adulterio.

08. Non rubare.

09. Non rendere falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

10. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.


Versione cattolica

01. Io sono il Signore tuo Dio: non avrai altro Dio all'infuori di me.

02. Non nominare il nome di Dio invano.

03. Ricordati di santificare le feste.

04. Onora il padre e la madre.

05. Non uccidere.

06. Non commettere adulterio.

07. Non rubare.

08. Non dire falsa testimonianza.

09. Non desiderare la donna d'altri.

10. Non desiderare la roba d'altri.


Versione protestante

01. Io sono il Signore tuo Dio; non avrai altri dèi davanti a me.

02. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono nei cieli, sulla terra o nelle acque; non ti prostrare davanti a loro né servirli.

03. Non usare il nome del Signore tuo Dio invano.

04. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo.

05. Onora tuo padre e tua madre.

06. Non uccidere.

07. Non commettere adulterio.

08. Non rubare.

09. Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

10. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che appartenga al tuo prossimo.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



Dio è Unità


Non siamo antisemita! Non odiamo nessuno per principio. Seguiamo l'insegnamento: odia il peccato, non il peccatore.

Però, concordiamo appieno, sebbene con meno foga, con il Mosè qui raffigurato.

Dio, se vuole, può certamente elevare un popolo al di sopra degli altri, tuttavia, non lo autorizzerebbe a sterminarne gli altri popoli, ad affamare e uccidere altri Suoi figli. Soprattutto, quando quel popolo che si mette a ferro e fuoco, da un punto di vista storico, ospita l'aggressore da svariati secoli. Dio, fra le varie cose, insegna pure la gratitudine.

Quando Mosè liberò il popolo Ebraico, fu risoluto, ma mai aggressivo. Mai mise sotto assedio l'Egitto, né lo maledisse.

Come suggerisce Bhagawan, preghiamo per il bene dell'intero universo, non per una sua frazione. Preghiamo per Amore della preghiera in sé.
Preghiamo in gruppo, in collettività, e chi può si unisca al canto comunitario del Gayatri Mantra.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru



DAILY SADHANA del 08 Agosto 2025


L'Amore è Dio. Tutto è ricolmo d'Amore. Questo Amore può essere sperimentato solo per mezzo dell'Amore. Non c'è altro modo che l'Amore per realizzare Colui che è l'Incarnazione dell'Amore.

-- Sri Sathya Sai Baba, 24 Agosto 1989


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 08 Agosto 2025


La buona condotta, le buone qualità e un carattere esemplare sono le ricchezze più preziose che si possano possedere. Però, oggi gli uomini hanno abbandonato queste tre virtù e cercano beni materiali, e, immersi nelle loro preoccupazioni, immaginano di condurre una vita pia.

Il Divino non può essere realizzato attraverso simili illusioni. Tutti gli insegnamenti che si ascoltano, i libri che si studiano e l'educazione che si riceve servono solamente a nutrire tale illusioni e non aiutano gli uomini a cercare il Divino. Per realizzare il Divino, è necessario liberarsi di queste illusioni.

Tutta l'istruzione odierna mira solo a preparare gli studenti a fini mondani. Pensate ai grandi saggi e agli uomini illustri del passato che non avevano questa istruzione ma conducevano vite esemplari! Quali grandi risultati pensate di ottenere dedicandovi a questi studi durante tutte le ore di veglia, solo per guadagnarvi da vivere, mentre dimenticate Dio?

-- Discorso Divino del 29 Maggio 1988


L’uomo di oggi sta cercando di padroneggiare ogni tipo di conoscenza, ma non riesce a scoprire la propria vera natura.


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DAILY SADHANA del 07 Agosto 2025


Qual è lo scopo fondamentale della pratica spirituale (sadhana)? Ogni esercizio dell'aspirante spirituale (sadhaka) è un ruscello che sfocia nel mare della Grazia. Siate certi che l'Amore che vi spinge a servire e a provare compassione è una scintilla dell'Amore di Dio.

-- Sri Sathya Sai Baba, 14 Agosto 1979


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



Pensiero del Giorno del 07 Agosto 2025


La disciplina è essenziale per gli studenti. Dal momento in cui vi svegliate, svolgete le vostre abluzioni mattutine, meditate su Dio e compite i vostri doveri prescritti in modo ordinato, senza deviare dalla ordinaria abitudine. Le variazioni nell'abitudine sono indesiderabili. Non dovreste svegliarvi a un'ora un giorno e a un'altra in un giorno diverso. Le attività della giornata dovrebbero essere regolate dal medesimo programma.

Immediatamente dopo aver terminato le faccende, nell'atmosfera calma e serena del mattino, si dovrebbe dedicare almeno qualche minuto alla meditazione amorosa su Dio. La condizione umana si fonda sulla regolazione e sull'autocontrollo. Questi devono essere rigorosamente osservati nella vita quotidiana.

Segue poi la Discriminazione. Il mondo è un miscuglio di bene e male, di gioia e dolore, di giusto e sbagliato, di vittoria e sconfitta. In un mondo ricolmo di tali opposti, l'uomo deve costantemente scegliere tra ciò che è giusto e appropriato e ciò che è sbagliato e indesiderabile. L'uomo non dovrebbe lasciarsi guidare dalla mente. Dovrebbe seguire le direttive del Buddhi (intelligenza).

-- Discorso Divino del 16 Gennaio 1988

Coloro che padroneggiano le 5 D - Dedizione, Devozione, Disciplina, Discriminazione e Determinazione - sono qualificati per ricevere l'Amore di Dio!

Con Amore,
Baba


FONTE: t.me/s/Sathya_Sai_Pensiero_Del…



I punti di vista


I punti di vista non sono la Realtà. Quando si sostituiscono alla Realtà, o si impongono come realtà, si compie deliberatamente un inganno, si esercita una violenza.

I punti di vista descrivono una verità parziale e relativa, impregnata da impressioni frutto del proprio vissuto ed interessi, i quali sono vincolati da fattori culturali, ambientali, obiettivi, schemi mentali, etc.

Il punto di vista, rispetto alla Realtà, è sempre limitato, è una sua frazione. Per questo è importante condividerli con la consapevolezza che sono parziali, che non hanno maggiore valore degli altri, nemmeno quando, in un dato momento, potrebbero risultare più utili.

I punti di vista andrebbero condivisi con la volontà di superarli, di svicolarsi dalla loro attrattiva. Dovrebbero essere intesi come i passi di un viaggio liberatore per uscire dalla cella carceraria.

Quando i punti di vista determinano la realtà che si preferisce vedere, o si è indotti ad accettare, si rafforza in noi l'ignoranza e l'illusione.


FONTE: t.me/s/SriSathyaSaiGuru